1858: Giustiziata la banda Delpero

Giustiziata la banda Delpero

(Tratto da “Cronaca della Divisione” pubblicato sulla Sentinella delle Alpi del 2 agosto 1858)

 

Bra, sabato 31 luglio

Questa mattina, alle cinque, fu eseguita la sentenza di Delpero, Dogliani, Bonino, Piovano; il patibolo venne eretto quasi di faccia alla stazione della ferrovia: che idea felice!! Sin da ieri mattina la città era come in istato di assedio: bersaglieri, cavalleria, carabinieri, guardie di pubblica sicurezza, poliziotti, un nugolo insomma di gente armata occupava tutti i punti principali: all’ora dell’arrivo dei detenuti, che fu alle nove di sera (venerdì) ed all’ora della partenza pel supplizio (sabato) lungo la linea che dal carcere tendeva al patibolo vi avea un apparecchio di forza imponente: dicesi che il ministro abbia preso queste cautele per sospetti che gli erano nati di subbugli, o che so io, e ciò atteso un memoriale presentato a S. M. da questo municipio in cui si chiedeva a titolo di grazia che una tale esecuzione venisse compiuta altrove. A termini di legge il municipio si è creduto in diritto di farlo; nella quiete e nel decoro dei cittadini se lo appose a dovere; la grazia fu negata. Il Governo che temeva? Una dimostrazione sarebbe stata una colpa; i cittadini di Bra, a Dio mercè, ebbero troppo buon senso per non formare neppure l’idea di suscitare scandali: fremettero e tacquero.

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Cartolina d’inizio Novecento che ritrae un tratto di via Vittorio Emanuele II a Bra, a sinistra si scorgono parte della chiesa della Confraternita della Misericordia e lo stabile che ospitava l’albergo Italia e Corona Grossa. (Archivio Ciancia).

Alla vigilia dell’esecuzione mentre la Compagnia della Misericordia, seguendo un costume antico, e che appunto per la sua vetustà dovrebbe cadere in disuso, appendeva alla porta della chiesa un cartello con suvvi dipinta la morte, il corpo di musica dei bersaglieri, inviati per mantenere l’ordine, faceva la serenata ai superiori, che pranzavano ad un albergo lì vicino [albergo Italia e Corona Grossa]. Dalla tavola da pranzo al cartello ed al luogo in cui si suona a festa non v’aveano che pochi passi di distanza: che se ne dica era un giorno di lutto pel paese e se quella serenata si fosse omessa non vi pare che sarebbe stato assai meglio?
Crediamo in ciò che non vi sia stata alcuna malizia da parte di alcuno, però la maggior parte dei cittadini ne sentì un fremito: fremette e tacque.
La folla che assisteva all’orrendo spettacolo era immensa; nove decimi forestieri, per lo più gente di campagna; alcune tra le principali famiglie lasciarono la città il giorno avanti; quelle che per loro interessi non poterono assentarsi rimasero chiuse in casa fino a mattino avanzato. Ciò vuol dire che gli abitanti di Bra non hanno per nulla da ringraziare il governo del suo regalo.
I condannati subirono il loro destino con intrepidezza: molti sacerdoti e la compagnia della Misericordia si mostrarono veramente degni del loro nome e del loro carattere e quest’atto sublime di carità, di abnegazione, di dolore valga per cancellare alcune pecche commesse quando prima d’ora si cominciavano a dare disposizioni pel fatto.

A sei ore del mattino la città di Bra registrava nei suoi annali quattro esecuzioni capitali…

(I sacerdoti che portarono i conforti religiosi alla banda Delpero furono don Giacomo Priotti priore di Sant’Andrea, il teologo Luigi Regis vicario di Sant’Antonino, don Francesco Bonardi cappellano dei Battuti Neri e don Bernardino Aghinotto cappellano di San Rocco. I membri della Compagnia della Misericordia chiamati ad assisterli furono il capitano di cavalleria a riposo Giuseppe Bondetto, il dottor Agostino Negro, il maggiore a riposo Giuseppe Millo, il notaio Giuseppe Bauderi e Giovanni Dentis. Cfr. “Curiosità storiche locali. Il bandito Delpero”, Il nuovo Braidese, 12 ottobre 1973).

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